iCub deriva il suo nome da “cub”, in inglese “cucciolo”. Ha infatti la forma e le dimensioni di un bambino di 4 anni, unico robot al mondo ad essere ricoperto da una pelle artificiale, costituita da un insieme di sensori tattili che gli permettono di “capire” se e come viene toccato e di rispondere in maniera adeguata. Possiede 53 “snodi” di movimento, la maggior parte nelle braccia e mani, per consentire azioni di presa e di manipolazione degli oggetti. Ha telecamere che riproducono la vista, microfoni per la ricezione di suoni, sensori inerziali che riproducono il senso dell’equilibrio, sensori tattili e di forza per misurare l’interazione con l’ambiente.
Queste caratteristiche rendono iCub un robot umanoide in grado di vedere l’ambiente che lo circonda, riconoscere alcuni oggetti, capire se una persona gli è di fronte, rispondere a semplici comandi vocali o al contatto fisico con le persone. A comando può afferrare oggetti ed eseguire azioni come spostare, prendere, rovesciare.
Nell’ultimo anno ha imparato a mantenere l’equilibrio sulle sue gambe anche quando viene spinto.Per questo motivo è l’unica piattaforma al mondo a consentire lo studio contemporaneo di camminata e controllo, visione e intelligenza artificiale, facoltà cognitive, manipolazione di oggetti e apprendimento.
L’obiettivo è stato raggiunto: la piattaforma è di facile uso per poter essere impiegata in qualsiasi laboratorio senza particolari attrezzature. Sono già 30 i laboratori di ricerca nel mondo che grazie al team italiano usano iCub per i loro studi sull’Intelligenza Artificiale e la robotica (Europa, Usa, Giappone e Sud Corea).
Lo sviluppo di iCub è stato sostenuto finanziariamente dalla Commissione europea nell’ambito del 6° Programma Quadro: il progetto RobotCub, iniziato il 1° settembre 2004 (durata 65 mesi), con tre obiettivi principali: la progettazione del robot iCub, la sua diffusione come piattaforma “aperta” (Open Source), e l’applicazione tecnologica dei risultati ottenuti dalle scienze cognitive.
Gli impieghi futuri di iCub saranno l’assistenza degli anziani o dei malati all’interno delle case, lo svolgimento di compiti pericolosi ma che necessitano di manualità accurata in ambienti lavorativi come aziende chimiche e farmaceutiche, ed il supporto di attività umane in contesti di emergenza e disastri naturali.
Grazie ai direttori della ricerca Giorgio Metta, Giulio Sandini!
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