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Giotto e gli affreschi della vita di S. Francesco d’Assisi, nella basilica di S. Croce a Firenze

La cappella Bardi presenta l'opera della maturità di Giotto. È il testamento artistico del grande pittore, considerata la summa della sua opera pittorica.

La Basilica di Santa Croce sorse sul luogo della primitiva chiesa francescana di Firenze alla fine del 1300. La cappella Bardi fu commissionata da due delle famiglie più in vista della Firenze dell’epoca, proprietari di una compagnia bancaria e mercantile fra le più grandi d’Europa, in stretto rapporto con il papato, il re di Napoli e l’Inghilterra. Gli affreschi furono realizzati tra 1320 e il 1326.

Le immagini sono le più rifinite, la loro struttura anatomica è la più armoniosa di tutto il lavoro di Giotto e il cromatismo le rende eccezionalmente plastiche. Particolarmente evoluta, la pittura del Grande maestro ha qui una spazialità poco naturalistica e le forme hanno un grande senso plastico.

I personaggi si esprimono attraverso la gestualità: sono gesti carichi di umanità, mai casuali, sottolineati dal cromatismo capace di tradurre, con eccellente sensibilità, proprio l’essenza della vita umana.

 

San Francesco rinuncia alle vesti davanti al vescovo Guido e al padre Bernardone

 

I personaggi appaiono disposti in due gruppi contrapposti: quello di Francesco in preghiera seminudo, coperto e protetto dall’abbraccio del vescovo e seguito da altre figure di religiosi, e quello del padre Bernardone che, scandalizzato, viene trattenuto per un braccio da un uomo. Alle estremità due monellacci tirano sassi al “matto” e vengono trattenuti dalle madri che, prendendoli per i capelli, li fanno piangere.

Sullo sfondo, sopra un alto muro bugnato, un palazzo proto rinascimentale. Lo spigolo dell’edificio cade in corrispondenza di Francesco, pietra d’angolo del nuovo ordine e della riforma della Chiesa.


 

Apparizione di san Francesco a sant’Antonio nel Capitolo di Arles

 

La figura di San Francesco appare miracolosamente a braccia levate. Solenne ed evocativo è l’uso delle architetture grazie all’inquadratura attraverso la porta ad arco che, con gli archi delle finestre laterali, crea una sorta di trittico separato dalle colonnine della stanza, tipologia a cui si ispireranno gli artisti del primo Rinascimento.


Esequie di san Francesco con l’incredulo Girolamo che cerca le stigmate

 

Nelle Esequie di san Francesco sono fuse tre scene: il compianto funebre del santo, la verifica delle stimmate dal parte del medico Girolamo e l’ascensione di Francesco, la cui anima viene portata in cielo da un gruppo d’angeli entro un nimbo. Il gonfalone che tengono i tre giovani chierici sulla destra conduce l’occhio dello spettatore dritto alla rappresentazione dell’ascensione, in alto al centro.


 

Approvazione della Regola

 

Sotto lo sguardo di S.Pietro (sul timpano classicheggiante nel medaglione scolpito) che rappresenta il Vaticano, san Francesco e i suoi compagni poverelli ricevono dal papa Innocenzo III l’approvazione della Regola.


 

Prova del fuoco davanti al Sultano

 

Al centro, visto di fronte, il Sultano in trono. Alle spalle un alto muro decorato da tessuto, che con le pareti in scorcio ai lati descrive una stanza quadrangolare aperta al cielo.
A destra vi è San Francesco, vicino a un compagno, pronto a subire la prova del fuoco per dimostrare la veridicità della fede cristiana. A sinistra vi sono i dotti musulmani, che si allontanano impauriti. Ogni personaggio è diverso nei gesti e postura e scandisce il ritmo della composizione.


 

Visioni di frate Agostino e del vescovo Guido di Assisi (a sinistra, dettaglio)

 

La scena della Visioni dell’ascensione di san Francesco è la più danneggiata: mostra due stanze dove, secondo la Legenda maior di Bonaventura da Bagnoregio, frate Agostino e il vescovo di Assisi, entrambi nel Gargano, ebbero miracolose visioni del Santo appena morto. Il frate, a sinistra, si alza dal suo letto (la sua figura è quasi del tutto perduta), tra lo stupore dei confratelli; il vescovo a riposo nella stanza di destra si sveglia. Probabilmente, davanti a lui, San Francesco.


 

Stimmate di San Francesco

 

Il paesaggio rappresenta il monte della Verna, è arido, con crepacci nella rupe e in alto, sulla cima del monte, si trova un falcone. Dal crocifisso alato in alto a destra, raggi dorati dalle ferite di Cristo colpiscono San Francesco nelle stigmate. I tratteggi creano meravigliosi effetti di luminosità.


 

Santa Chiara

 

Sulla parete di fondo sono dipinte nicchie con santi a tutta figura, fra le quali è riconoscibile Santa Chiara con il capo inclinato e il giglio simbolo di purezza, innocenza, verginità, associato alle fancille che vivevano nell’amore di Cristo.


Per maggiori informazioni: http://www.santacroceopera.it/it/Default.aspx

http://www.luoghigiottoitalia.it